venerdì 23 novembre 2012

Giovanni 3:22-36, L'amico dello sposo


Giovanni 3:22-36

L'amico dello sposo

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Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nelle campagne della Giudea; là si trattenne con loro e battezzava. 
Anche Giovanni stava battezzando a Enon, presso Salim, perché là c'era molta acqua; e la gente veniva a farsi battezzare. 
Giovanni, infatti, non era ancora stato messo in prigione. 
Nacque dunque una discussione sulla purificazione, tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo. 
E andarono da Giovanni e gli dissero: "Rabbì, colui che era con te di là dal Giordano, e al quale rendesti testimonianza, eccolo che battezza, e tutti vanno da lui". 
Giovanni rispose: "L'uomo non può ricevere nulla se non gli è dato dal cielo. 
Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: "Io non sono il Cristo, ma sono mandato davanti a lui". 
Colui che ha la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, si rallegra vivamente alla voce dello sposo; questa gioia, che è la mia, è ora completa. 
Bisogna che egli cresca, e che io diminuisca. 
Colui che viene dall'alto è sopra tutti; colui che viene dalla terra è della terra e parla come uno che è della terra; colui che vien dal cielo è sopra tutti. 
 Egli rende testimonianza di quello che ha visto e udito, ma nessuno riceve la sua testimonianza. 
Chi ha ricevuto la sua testimonianza ha confermato che Dio è veritiero. 
Perché colui che Dio ha mandato dice le parole di Dio; Dio infatti non dà lo Spirito con misura. 
Il Padre ama il Figlio, e gli ha dato ogni cosa in mano. 
Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui". 
(Giovanni 3:22-36)
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Chi era Giovanni Battista? Mentre di molti personaggi della Bibbia riusciamo a ricostruire almeno sommariamente un profilo caratteriale, di Giovanni non siamo in grado di dire molto. Leggendo tra i capitoli che parlano di lui e ne riportano discorsi ci si dimentica perfino della sua presenza, tanto da farlo apparire come una figura sfuocata sullo sfondo: in primo piano c’è Gesù mostrato in tutta la sua potenza e gloria di Figlio di Dio.

Immaginiamo che un nostro amico abbia appena realizzato il sogno della sua vita (sta per sposarsi, il primo figlio...) e dia una festa a cui noi siamo invitati. Indosseremmo il vestito più bello per l’occasione, andremmo a cercare un regalo, prepareremmo un discorso divertente o strappalacrime... come nei migliori telefilm insomma.

Ma questo comportamento ha un problema: IO.

venerdì 2 novembre 2012

Giovanni 1, Buona Notizia

Giovanni 1

Buona Notizia

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La vera luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo.
Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto. È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio.E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.
(Giovanni 1:9-12)

Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli stesso non era la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce.
(Giovanni 1:7-8)

Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei mandarono da Gerusalemme dei sacerdoti e dei Leviti per domandargli: "Tu chi sei?"
Egli confessò e non negò; confessò dicendo: "Io non sono il Cristo".
Essi gli domandarono: "Chi sei dunque? Sei Elia?" Egli rispose: "Non lo sono". "Sei tu il profeta?" Egli rispose: "No". Essi dunque gli dissero: "Chi sei? affinché diamo una risposta a quelli che ci hanno mandati. Che dici di te stesso?" Egli disse: "Io sono la voce di uno che grida nel deserto: "Raddrizzate la via del Signore", come ha detto il profeta Isaia".
(Giovanni 1:19-23)
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Il termine Vangelo ha il significato di buona notizia.
Il punto è... mi serve ricevere una buona notizia? Ovvero, credo davvero che sia un qualcosa rivolto a me?
Una buona notizia la si spera e la si cerca con tutte le proprie forze solo nel momento in cui si riconosce davvero che senza di essa dolori e sofferenze prenderebbero le redini della nostra vita. La notizia di una cura per una malattia, ad esempio, di un nuovo incarico di lavoro che permetterà alla nostra famiglia di arrivare a fine mese senza troppi problemi, di una ritrovata amicizia che stava andando a rotoli...
La triste verità è che troppo spesso pensiamo di non avere bisogno di Cristo proprio perché non vogliamo ammettere la gravità della nostra situazione e la nostra debolezza di fronte a tutto ciò che è attorno a noi.
Preferiamo piuttosto trovare rifugio in una manciata di buoni comportamenti per mettere a posto la coscienza o nelle amicizie che ci promettono forti e facili emozioni che riempiano il vuoto che abbiamo dentro di noi.
Nel vangelo di Giovanni, fin dai primi versetti, tutto questo è messo bene in chiaro: una traduzione più letterale del v.11 dice Egli (la Luce = la Parola = Cristo) è venuto presso ciò che è suo, e quelli che sono suoi non l’hanno ricevuto.

E allora verrà naturale chiedersi: la buona notizia dove la si trova e, soprattutto, di cosa si tratta?