sabato 19 ottobre 2013

L'Amore perfetto caccia via la Paura, 1 Giovanni 4:18

L'Amore perfetto caccia via la Paura

1 Giovanni 4:18

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Nell'amore non c'è paura; anzi, l'amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell'amore.
(1 Giovanni 4:18)
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Secondo la moderna psicologia la paura è definita come un'intensa emozione derivata dalla percezione di un pericolo, reale o supposto. (Wikipedia)

La paura quindi sarebbe un istinto naturale al quale l'uomo non può e non deve sfuggire. La sua funzione è, sempre secondo alcuni esperti, essenziale nel preservarlo dai pericoli: è il campanello di allarme per preservarci dal dolore e da tutti quei pericoli che minacciano alla nostra vita. Insomma la paura sarebbe uno strumento utile alla nostra sopravvivenza quando non diventa un caso patologico.

Eppure gli studi degli psicoanalisti si riempono ogni giorno di più di persone che sono incapaci di vivere una vita normale proprio perché le loro paure li tengono prigionieri della propria stanza, gli impediscono di stringere una mano, di vedersi come persone belle davanti allo specchio, di dormire la notte, di sentirsi al sicuro.
I clienti degli studi psichiatrici stanno aumentando drammaticamente in numero soprattutto in questo periodo di crisi dove sembra non esserci più nulla di stabile, nessun punto fisso, nessun riferimento.

Ma non serve guardare a questi casi patologici per rendersi conto del problema: basta guardare alla propria semplice vita per rendersi conto che la paura può frenarci dal fare una piccola iniezione, dal riporre un pò di fiducia in un amico, dall'aprirsi con qualcuno.
Basta essere onesti con se stessi per ammettere che la paura non è affatto un semplice campanello d'allarme!

domenica 21 luglio 2013

Giovanni 17, Verso chi sto guardando?

Verso chi sto guardando?

Giovanni 17

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Joh 17:1  Queste cose disse Gesù; poi levati gli occhi al cielo, disse: Padre, l'ora è venuta; glorifica il tuo Figliuolo, affinché il Figliuolo glorifichi te,
(Giovanni 17:1)
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Sei mai stato lasciato solo ad affrontare una prova?
Molto spesso gli amici sono amici solo fino a quando le situazioni non si fanno troppo spinose o fino a quando c'è un interesse nell'amicizia!
Il problema è che non siamo in grado di capirlo fino a quando, nei momenti più complicati, in cui abbiamo davvero bisogno di aiuto, veniamo traditi o lasciati soli. Ci si sente spaesati, come se ogni riferimento ci fosse stato tolto e la terra ci mancasse sotto i piedi. Non si sa mai dove guardare per trovare un aiuto.

Gesù sà che ormai il tempo che gli rimane da passare con i suoi discepoli è finito: Giuda, dopo aver cenato insieme a Gesù, se ne era andato (Giovanni 13:25-30) per correre dai sacerdoti e dai farisei per denunciarlo e portarli nel luogo dove si trovava per arrestarlo. I discepoli sono spaventati e sconsolati e non riescono a capire cosa significhi quello che sta preannunciando il loro Maestro (Giovanni 17:1).

Pur consapevole di tutto il dolore che sta per soffrire, del tradimento, dell'abbandono, della derisione, della tortura e della morte in solitudine completa, Gesù ha ben chiaro dove rivolgere il proprio sguardo!

sabato 22 giugno 2013

Giovanni 14, "Abbiate fede in me" Perso in un Parcheggio

Perso in un parcheggio

Giovanni 14

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Joh 14:1  "Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me! 
Joh 14:2  Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? 
Joh 14:3  Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi; 
Joh 14:4  e del luogo dove io vado, sapete anche la via". 
Joh 14:5  Tommaso gli disse: "Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo sapere la via?" 
Joh 14:6  Gesù gli disse: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 

(Giovanni 14:1-6)
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Ti sei mai perso?
Io ho un pessimo senso dell'orientamento. Una volta, quando avevo 14 anni, mi persi dentro il parcheggio di un cinema a un paio di chilometri dalla fermata dell'autobus che dovevo prendere per tornare a casa mia e non c'erano cartelli che mi indicassero dove fosse il centro del paese in quel punto. Così iniziai a girare avanti e indietro attorno a dove in cui mi trovavo e, non avendo nessun punto di riferimento, non avevo il coraggio di continuare a camminare in una direzione sola per non perdere di vista l'uscita del parcheggio. Così l'ansia e il senso di essere abbandonato crebbe fino a diventare insopportabile e chiamai mia madre per farmi venire a prendere in auto. In pochi istanti l'ansia era passata. Anche se non sapevo esattamente dove mi trovassi mia madre era riuscita a capirlo e sarebbe venuta lei a  riportarmi a casa.

domenica 10 marzo 2013

Giovanni 11, Io sono la Resurrezione e la Vita


Io sono la Resurrezione e la Vita

Giovanni 11

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Joh 11:17  Gesù dunque, arrivato, trovò che Lazzaro era già da quattro giorni nel sepolcro. 
Joh 11:18  Or Betania distava da Gerusalemme circa quindici stadi, 
Joh 11:19  e molti Giudei erano andati da Marta e Maria per consolarle del loro fratello. 
Joh 11:20  Come Marta ebbe udito che Gesù veniva, gli andò incontro; ma Maria stava seduta in casa. 
Joh 11:21  Marta dunque disse a Gesù: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto; 
Joh 11:22  e anche adesso so che tutto quello che chiederai a Dio, Dio te lo darà". 
Joh 11:23  Gesù le disse: "Tuo fratello risusciterà". 
Joh 11:24  Marta gli disse: "Lo so che risusciterà, nella risurrezione, nell'ultimo giorno". 
Joh 11:25  Gesù le disse: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 
Joh 11:26  e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?" 
Joh 11:27  Ella gli disse: "Sì, Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che doveva venire nel mondo". 
Joh 11:28  Detto questo, se ne andò, e chiamò di nascosto Maria, sua sorella, dicendole: "Il Maestro è qui, e ti chiama". 
Joh 11:29  Ed ella, udito questo, si alzò in fretta e andò da lui. 
Joh 11:30  Or Gesù non era ancora entrato nel villaggio, ma era sempre nel luogo dove Marta lo aveva incontrato. 
Joh 11:31  Quando dunque i Giudei, che erano in casa con lei e la consolavano, videro che Maria si era alzata in fretta ed era uscita, la seguirono, supponendo che si recasse al sepolcro a piangere. 
Joh 11:32  Appena Maria fu giunta dov'era Gesù e l'ebbe visto, gli si gettò ai piedi dicendogli: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto". 
Joh 11:33  Quando Gesù la vide piangere, e vide piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, fremette nello spirito, si turbò e disse: 
Joh 11:34  "Dove l'avete deposto?" Essi gli dissero: "Signore, vieni a vedere!" 
Joh 11:35  Gesù pianse. 
Joh 11:36  Perciò i Giudei dicevano: "Guarda come l'amava!" 
Joh 11:37  Ma alcuni di loro dicevano: "Non poteva, lui che ha aperto gli occhi al cieco, far sì che questi non morisse?" 
Joh 11:38  Gesù dunque, fremendo di nuovo in sé stesso, andò al sepolcro. Era una grotta, e una pietra era posta all'apertura. 
Joh 11:39  Gesù disse: "Togliete la pietra!" Marta, la sorella del morto, gli disse: "Signore, egli puzza già, perché siamo al quarto giorno". 
Joh 11:40  Gesù le disse: "Non ti ho detto che se credi, vedrai la gloria di Dio?" 
Joh 11:41  Tolsero dunque la pietra. Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: "Padre, ti ringrazio perché mi hai esaudito. 
Joh 11:42  Io sapevo bene che tu mi esaudisci sempre; ma ho detto questo a motivo della folla che mi circonda, affinché credano che tu mi hai mandato". 
Joh 11:43  Detto questo, gridò ad alta voce: "Lazzaro, vieni fuori!" 
Joh 11:44  Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti da fasce, e il viso coperto da un sudario. Gesù disse loro: "Scioglietelo e lasciatelo andare". 


(Giovanni 11:17-44)
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Il miracolo della resurrezione di Lazzaro è uno dei più noti e forse ciò è dovuto al fatto che va a toccare una delle più grandi paure dell'uomo: la morte.
Cosa succederà dopo? Dove andremo? Esiste qualcosa? Queste sono alcune delle domande che più tormentano nell'intimo le persone attorno a noi e, spesso, per la paura della risposta, si preferisce non parlarne.
La morte è un qualcosa di inevitabile: a volte siamo in grado di rimandarla con medicine e precauzioni, ma sempre e solo temporaneamente. E' un nemico invincibile per noi.
Ed ecco perchè è così sconvolgente il pensiero che vi sia qualcuno che possa definirsi Signore anche sulla Morte.

sabato 26 gennaio 2013

Giovanni 9, Ne vale la pena?


Giovanni 9

Ne vale la pena?

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Joh 9:1  E passando vide un uomo ch'era cieco fin dalla nascita. 
Joh 9:2  E i suoi discepoli lo interrogarono, dicendo: Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco? 
Joh 9:3  Gesù rispose: Né lui peccò, né i suoi genitori; ma è così, affinché le opere di Dio siano manifestate in lui. 
Joh 9:4  Bisogna che io compia le opere di Colui che mi ha mandato, mentre è giorno; la notte viene in cui nessuno può operare. 
Joh 9:5  Mentre sono nel mondo, io son la luce del mondo. 

(Giovanni 9:1-5)
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Nel capitolo 9 del Vangelo di Giovanni ci viene presentato un uomo sofferente, un uomo che, pur avendo una famiglia, era stato abbandonato. Solo e incapace di provvedere a sé stesso per via della sua cecità, era costretto ogni giorno a umiliarsi davanti a coloro che lo disprezzavano e ad elemosinare quei pochi spiccioli per sopravvivere (Giovanni 9:8): era un reietto.
Un giorno come gli altri, un uomo si fermò a guardarlo mentre le persone che lo accompagnavano, come erano tutti soliti fare, si chiedevano, probabilmente sentendosi migliori, quale fosse stata la sua colpa per aver ricevuto da Dio un tale castigo. Diversamente da tutti però l’uomo si avvicinò al cieco. Spalmatogli fango sugli occhi, lo mandò a lavarsi; il cieco tornò vedendoci (Giovanni 9:7).
Tutti rimasero esterrefatti, alcuni ipotizzarono addirittura che non fosse lui quello che ogni giorno vedevano a mendicare ai bordi della strada. Lui per primo era sconvolto e non era riuscito a realizzare chi fosse quel Gesù che aveva operato il miracolo (lo indica come quell'uomo che si chiama Gesù):

Egli rispose: Quell'uomo che si chiama Gesù fece del fango, me ne spalmò gli occhi e mi disse: Vattene a Siloe e lavati. Io quindi sono andato, e mi son lavato e ho ricuperato la vista. Ed essi gli dissero: Dov'è costui? Egli rispose: Non so.
(Giovanni 9:10-12)

Forse anche noi eravamo soli e malati fino a quel giorno (magari quel giorno è oggi!!)  in cui Gesù è arrivato da noi chiedendoci solo di riporre fiducia in lui per guarire. Abbiamo forse scelto di rimanere malati e soli su quel marciapiede accontentandoci di sopravvivere con l’elemosina?
Oppure quel giorno è arrivato, ma a chi ci domanda cosa ci abbia guariti forse abbiamo paura di rispondere, magari per le conseguenze che questo porterebbe nella nostra vita. Anche per noi Gesù diventa un’ombra sfocata e lontana, “quell’uomo” che una volta abbiamo conosciuto?


sabato 5 gennaio 2013

Giovanni 6:1-15, Dal niente... tutto!


Giovanni 6:1-15

Dal niente... tutto!

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Joh 6:1  Dopo queste cose Gesù se ne andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè il mare di Tiberiade. 
Joh 6:2  Una gran folla lo seguiva, perché vedeva i miracoli che egli faceva sugli infermi. 
Joh 6:3  Ma Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 
Joh 6:4  Or la Pasqua, la festa dei Giudei, era vicina. 
Joh 6:5  Gesù dunque, alzati gli occhi e vedendo che una gran folla veniva verso di lui, disse a Filippo: "Dove compreremo del pane perché questa gente abbia da mangiare?" 
Joh 6:6  Diceva così per metterlo alla prova; perché sapeva bene quello che stava per fare. 
Joh 6:7  Filippo gli rispose: "Duecento denari di pani non bastano perché ciascuno ne riceva un pezzetto". 
Joh 6:8  Uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro, gli disse: 
Joh 6:9  "C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cosa sono per tanta gente?" 
Joh 6:10  Gesù disse: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel luogo. La gente dunque si sedette, ed erano circa cinquemila uomini. 
Joh 6:11  Gesù, quindi, prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì alla gente seduta; lo stesso fece dei pesci, quanti ne vollero. 
Joh 6:12  Quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché niente si perda". 
Joh 6:13  Essi quindi li raccolsero e riempirono dodici ceste di pezzi che di quei cinque pani d'orzo erano avanzati a quelli che avevano mangiati. 
Joh 6:14  La gente dunque, avendo visto il miracolo che Gesù aveva fatto, disse: "Questi è certo il profeta che deve venire nel mondo". 
Joh 6:15  Gesù, quindi, sapendo che stavano per venire a rapirlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, tutto solo. 
(Giovanni 6:1-15)

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La moltiplicazione dei pani e dei pesci è l’unico miracolo che viene riportato in tutti e quattro i vangeli.
Gesù si trova in prossimità del Mare di Galilea, vicino alla città di Betsaida, quando una folla enorme, avutone notizia, lo raggiunge:

Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono; ed egli li accolse e parlava loro del regno di Dio, e guariva quelli che avevano bisogno di guarigione.
(Luca 9:11)

Gesù non respinge queste folle, ma le accoglie e si prende cura di loro e dei loro bisogni: Egli parlava loro del Regno di Dio e guariva gli infermi. Non a caso nel versetto a cui ci riferiamo queste due azioni compaiono in questo ordine! Gesù offre per prima cosa ciò di cui tutti quelli che lo avevano seguito avevano davvero bisogno, cioè una guarigione spirituale.
Quello che vediamo però è che la folla lo seguiva perchè vedeva i miracoli che egli faceva (Giovanni 6:2), perchè era interessata solo a risolvere i propri problemi legati alla salute e per ricevere cibo a sazietà (Giovanni 6:26).

Quante volte cerco Dio solo per poter risolvere un problema della mia vita quotidiana, per guarire da una malattia, per trovare un lavoro, per affrontare una situazione difficile, ma me ne dimentico quando tutto fila liscio?