sabato 5 gennaio 2013

Giovanni 6:1-15, Dal niente... tutto!


Giovanni 6:1-15

Dal niente... tutto!

__________________________________________________________

Joh 6:1  Dopo queste cose Gesù se ne andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè il mare di Tiberiade. 
Joh 6:2  Una gran folla lo seguiva, perché vedeva i miracoli che egli faceva sugli infermi. 
Joh 6:3  Ma Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 
Joh 6:4  Or la Pasqua, la festa dei Giudei, era vicina. 
Joh 6:5  Gesù dunque, alzati gli occhi e vedendo che una gran folla veniva verso di lui, disse a Filippo: "Dove compreremo del pane perché questa gente abbia da mangiare?" 
Joh 6:6  Diceva così per metterlo alla prova; perché sapeva bene quello che stava per fare. 
Joh 6:7  Filippo gli rispose: "Duecento denari di pani non bastano perché ciascuno ne riceva un pezzetto". 
Joh 6:8  Uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro, gli disse: 
Joh 6:9  "C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cosa sono per tanta gente?" 
Joh 6:10  Gesù disse: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel luogo. La gente dunque si sedette, ed erano circa cinquemila uomini. 
Joh 6:11  Gesù, quindi, prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì alla gente seduta; lo stesso fece dei pesci, quanti ne vollero. 
Joh 6:12  Quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché niente si perda". 
Joh 6:13  Essi quindi li raccolsero e riempirono dodici ceste di pezzi che di quei cinque pani d'orzo erano avanzati a quelli che avevano mangiati. 
Joh 6:14  La gente dunque, avendo visto il miracolo che Gesù aveva fatto, disse: "Questi è certo il profeta che deve venire nel mondo". 
Joh 6:15  Gesù, quindi, sapendo che stavano per venire a rapirlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, tutto solo. 
(Giovanni 6:1-15)

__________________________________________________________

La moltiplicazione dei pani e dei pesci è l’unico miracolo che viene riportato in tutti e quattro i vangeli.
Gesù si trova in prossimità del Mare di Galilea, vicino alla città di Betsaida, quando una folla enorme, avutone notizia, lo raggiunge:

Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono; ed egli li accolse e parlava loro del regno di Dio, e guariva quelli che avevano bisogno di guarigione.
(Luca 9:11)

Gesù non respinge queste folle, ma le accoglie e si prende cura di loro e dei loro bisogni: Egli parlava loro del Regno di Dio e guariva gli infermi. Non a caso nel versetto a cui ci riferiamo queste due azioni compaiono in questo ordine! Gesù offre per prima cosa ciò di cui tutti quelli che lo avevano seguito avevano davvero bisogno, cioè una guarigione spirituale.
Quello che vediamo però è che la folla lo seguiva perchè vedeva i miracoli che egli faceva (Giovanni 6:2), perchè era interessata solo a risolvere i propri problemi legati alla salute e per ricevere cibo a sazietà (Giovanni 6:26).

Quante volte cerco Dio solo per poter risolvere un problema della mia vita quotidiana, per guarire da una malattia, per trovare un lavoro, per affrontare una situazione difficile, ma me ne dimentico quando tutto fila liscio?

Poiché il pane di Dio è quello che scende dal cielo, e dà vita al mondo".
Essi quindi gli dissero: "Signore, dacci sempre di codesto pane".
Gesù disse loro: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete.
(Giovanni 6:33-35)

Il messaggio di Gesù è ancora una volta meravigliosamente sorprendente: smetti di preoccuparti di tutto ciò che è passeggero, di tutto quello che è legato a questo mondo e che quindi è destinato a rimanervi e a non avere valore (cibo che perisce), ma ricerca ciò che durerà per l’eternità, nutriti del vero pane che viene dal cielo. Questo è infatti il desiderio di Dio, che crediamo in Colui che Egli ha mandato a farsi carico della nostra colpa perchè noi potessimo trovare pace ed essere guariti:

Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti.
(Isaia 53:5)

Nei versetti successivi (Giovanni 6:5-9) Gesù si rivolge a Filippo e agli altri apostoli con la richiesta di dare da mangiare a tutte le persone che lo seguivano (più esplicitamente questa richiesta appare nei passai paralleli degli altri vangeli). Possiamo facilmente capire quanto furono spiacevolmente sorpresi quei dodici!
Avevano abbandonato le loro attività per seguire Gesù e molto probabilmente non possedevano molti soldi, forse malapena a sufficienza a garantirsi i pasti quotidiani e la sfida a cui li mette di fronte il loro maestro è quella di dare da mangiare a cinquemila persone!
Filippo subito fa notare a Gesù che ducento denari (l’equivalente della paga di duecento giorni lavorativi di un operaio del tempo) non sarebbero riusciti nemmeno a fare assaggiare un pezzetto di pane a ognuno di quelli che li seguivano mentre Andrea, ancora più pratico, fa l’inventario di quello che avevano a disposizione e annuncia, con rassegnazione, che le uniche cose che hanno a disposizione sono cinque pani d’orzo e due pesci, il pranzo di un ragazzo.
Filippo e Andrea forniscono delle motivazioni sensate e certamente condivisibili! Ad essere sinceri è la richiesta di Gesù a sembrare improponibile. Ma lo scopo di Gesù è un altro.

Diceva così per metterlo alla prova; perché sapeva bene quello che stava per fare.
(Giovanni 6:6)

Gesù non vuole mettere in imbarazzo gli apostoli, nè tanto meno mostrare loro la superirorità dei suoi poteri (se avesse ricercato gloria per se non si sarebbe ritirato solo sul monte quando il popolo, visti i suoi miracoli, stava venendo a prederlo per farlo re, v.15), ma vuole spingerli a rendersi conto del vero motivo che li spinge a scandalizzarsi. Lo vediamo bene in Luca:


Ma egli rispose: "Date loro voi da mangiare". Ed essi obiettarono: "Noi non abbiamo altro che cinque pani e due pesci; a meno che non andiamo noi a comprar dei viveri per tutta questa gente".
(Luca 9:13)

Quello che li preoccupa è l’assenza di mezzi e quindi il dover sacrificare quello che è loro per tutte quelle persone. Quello che non desiderano fare è il provvedere loro stessi e non vogliono che Gesù chieda loro di sacrificare una parte di sè. Se guardiamo la situazione da questo punto di vista, sembrano molto meno scusabili, forse potrei anche accusarli di essere un po’ egoisti...
Ma anche io a volte mi fermo e tra me penso che il Signore mi stia chiedendo troppo, mi stia mettendo di fronte a una sfida che va oltre i miei mezzi, che va oltre, anzi, a quello che io sono disposto a dare e che, per superarla, mi metta a disposizione un aiuto insignificante di fronte alla montagna che mi appare di fronte!

Quello che fa Gesù, invece, è inconcepibile. Con pazienza e amore, provvede Lui stesso a sfamare le cinquemila persone usando proprio quei miseri mezzi che gli apostoli (che noi) avevamo disprezzato. Dal niente Gesù ha ottenuto tutto quello che serviva in quel momento, e molto di più.
Anche nella mia vita a volte mi sento insufficiente a fare quello che mi è messo di fronte, penso di essere troppo debole, di non averne le capacità, o che mi richiederebbe uno sforzo che mi prosciugherebbe di ogni risorsa.
Contro lo scoraggiamento Dio però ci ha ricordato che Egli ci ha donato tutto ciò di cui abbiamo bisogno perchè abbiamo creduto in Gesù, perchè ci siamo nutriti di quel vero pane che viene da Dio.

perché in lui siete stati arricchiti di ogni cosa, di ogni dono di parola e di ogni conoscenza,
essendo stata confermata tra di voi la testimonianza di Cristo;
in modo che non mancate di alcun dono, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo.
(I Corinzi 1:5-7)

E che, dal momento in cui abbiamo creduto in Gesù, non verremo mai persi o lasciati indietro. Contro ogni logica previsione invece Egli ci userà potentemente per portare a compimento il suo piano e diventeremo partecipi della sua gloria per l’eternità.
E tutto questo è un regalo immeritato, una grazia di un Dio che, nonostante tutto, non si è mai stancato di cercarci.


Poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini.
Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili;
ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti;
Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono,
perché nessuno si vanti di fronte a Dio.
Ed è grazie a lui che voi siete in Cristo Gesù, che da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione;
affinché com'è scritto: "Chi si vanta, si vanti nel Signore".
(I Corinzi 1:25-31)

Nessun commento:

Posta un commento