martedì 4 settembre 2012

Filemone 1:8-11, Ora è utile.


Filemone 1:8-11 

Ora è utile.

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8 Perciò, pur avendo molta libertà in Cristo di comandarti quello che conviene fare, 9 preferisco fare appello al tuo amore, semplicemente come Paolo, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù; 10 ti prego per mio figlio che ho generato mentre ero in catene, per Onesimo, 11 un tempo inutile a te, ma che ora è utile a te e a me. 12 Te lo rimando, lui, che amo come il mio cuore. (Filemone 1:8-11)
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Paolo è imprigionato e scrive a Filemone a motivo di Onesimo il quale un tempo fu un servo "inutile" (Fm 11) per il suo padrone, lo stesso Filemone (probabilmente aveva commesso un furto prima di fuggire dalla casa del padrone).
Nonostante il passato di Onesimo, Dio ha usato Paolo perchè anche lui ricevesse il messaggio del Vangelo di Cristo: come si vede al verso (Fm 10), Onesimo si converte  proprio durante la prigionia di Paolo. Ecco che ancora una volta Dio ci mostra che il suo metro di valutazione non è lo stesso umano: come per Zaccheo (Luca 19:2-8) anche in questo caso Dio si rivolge a un reietto della società che accoglie il messaggio della Salvezza riconoscendo la propria colpa e la necessità di bere alla fonte di Cristo.
Paolo scrive a Filemone affinchè egli possa ricevere Onesimo, rinato in Cristo (Fm 12).
Quello che più colpisce in questi pochi versetti è lo spirito che anima Paolo quando fa questa richiesta a Filemone: Paolo ha infatti una grande autorità datagli da Cristo (Fm 1:8), ma non ordina a Filemone di fare quello che sa essere giusto. Paolo si appella all'amore che Gesù ha insegnato.

Come può però un padrone provare amore nei confronti di un servo di uno stato sociale inferiore se, inoltre, da questo stesso servo è stato tradito (Fm 9)? E come si può credere che un servo tanto inutile, sia ora divenuto utile nel piano di Dio (il nome "Onesimo" significa proprio "utile"!)?



28 Uno degli scribi che li aveva uditi discutere, visto che egli aveva risposto bene, si avvicinò e gli domandò: «Qual è il più importante di tutti i comandamenti?» 29 Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele: Il Signore, nostro Dio, è l'unico Signore. 30 Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua". 31 Il secondo è questo: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Non c'è nessun altro comandamento maggiore di questi». 
(Marco 12:28-31)

Succede spesso che io pensi a un fratello della fede come a una "luce spenta", o a come a uno "inutile", magari per un danno che mi ha arrecato (non mi ha restituito i 10 euro che gli ho prestato, è un ladro!), ma in quel momento cosa sto facendo dell'insegnamento di Cristo?
Io sono chiamato ad aprire il cuore e a perdonare ogni tipo di offesa ricevuta a motivo dell'immenso amore che Cristo ha dimostrato per me e ad accogliere ogni uomo nel nome di Gesù  chiunque esso sia e qualunque sia il suo passato perchè:

Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati (Colossesi 2:13)

Infatti noi siamo stati lavati dai nostri peccati (TUTTI i nostri peccati) e siamo stati rivestiti in Cristo di un abito perfetto per il quale possiamo state alla presenza di Dio e, a motivo della grazia che ci è stata concessa, siamo chiamati a fare altrettanto nei confronti del nostro prossimo perché il nome di Gesù sia lodato con la nostra vita.

A noi non spetta il giudizio, ma siamo chiamati solo a testimoniare dell'amore di Dio  e a mostrarlo in ogni momento della nostra semplice vita quotidiana. Ecco quale è la vera forza della chiesa di Cristo, che ne è il Corpo: che ci amiamo e ci prendiamo cura gli uni degli altri nel nome di Colui che non si è mai dimenticato di noi e che, nonostante il nostro poco valore, la nostra "inutilità", ha continuato a cercarci perchè diventassimo strumenti "utili" nel suo Piano perfetto.

Come posso rifiutare e disprezzare tutto questo Amore?

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